Jean de Meun e Testament: connubio certo per i lettori del XIV e XV sec., come indicano la tradizione manoscritta e le Arts de seconde rhétorique, fittizio per gli studiosi moderni, portati a diffidare per principio delle attribuzioni dei testi medievali non confermate direttamente dall’autore. Alla critica interna spetta in tali casi – se non una parola definitiva – il compito di fornire qualche certezza in più sulla discutibile paternità di un’opera: il presente lavoro cerca di far luce sulla realtà culturale del Testament e sui motivi del suo sorprendente successo, testimoniato dal centinaio di manoscritti superstiti; ne presenta anche il testo secondo la lezione del ms. 178 della Bibliothéque Publique et Universitaire di Ginevra, in sostituzione provvisoria dell’inaffidabile edizione ottocentesca e come punto di riferimento immediato a quanto si viene dicendo, nonché base di collazione per una eventuale futura edizione critica.