Sommario
L'articolo si propone come ideale complemento del precedente Studio sui rapporti fra i manoscritti rimati della Chanson de Roland, Potenza, Università degli Studi della Basilicata, 2000 ("Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia"). L' indagine si muove lungo tre direttrici principali. La prima è rivolta all' individuazione dei meccanismi che regolano la trasformazione delle originarie lasse assonanzate in lasse rimate; particolare attenzione è riservata alle condizioni che determinano il mantenimento o la sostituzione del timbro originale. La seconda esplora il risultato dell' operazione e la tecnica del rimatore, proponendo confronti tra il Roland rimé ed altri prodotti dell' epica francese medievale. Infine, in un terzo momento si prende in esame la rilevanza del passaggio assonanza > rima ai fini ecdotici: il suo valore come innovazione congiuntiva e separativa. Il tutto nel quadro stemmatico che si delinea nello studio sopra menzionato.
Non è mai stato chiamato in causa - per quanto specificamente riguarda la tradizione e l'edizione dei sonetti di Rustico Filippi ("comici" e cortesi) - il ms. Vat. lat. 4823 (Va), presunta copia del Vat. lat. 3793 (V), appartenuta a Angelo Colocci e da lui stesso corredata di postille. Si valuta - per ora limitatamente ai sonetti satirici - l'interesse di questa testimonianza sul piano ecdotico (in particolare, si osservano lacune di varia estensione in corrispondenza di luoghi non difficili e non illeggibili del presunto modello, segnalate dall'amanuense con tre puntini e non integrate dall'umanista), storico (il ms. costituisce un ponte fisico tra Rustico e un secolo che vede la più ampia affermazione del linguaggio erotico equivoco nella poesia burlesca) e interpretativo (alcune postille di Colocci rivelano attenzione per la poesia comica e comprensione del linguaggio metaforico e equivoco usato dal Filippi).
La cobla oscena BdT 461.57, unicum del florilegio G, viene nuovamente edita ed interpretata alla luce del ritrovamento del suo modello "non strofico" di contraffattura (un brano dell'ensenhamen di Garin lo Brun, BEdT 163.I), anch'esso restaurato sulla base dei due codici latori (GN) e del particolare caso di tradizione indiretta offerto dall'imitazione parodica.
Lo scrutinio dell'opera d'un grande "rhétoriqueur" quale Aimeric de Peguilhan ha portato a credere estensibili a molti dei trovatori conosciuti e dei testi lirici occitani rimasti le conclusioni raggiunte circa l'uso di ben selezionate parole-guida che, ripetendosi in luoghi privilegiati della canzone, ne sottolineano il significato e aiutano la comprensione del sistema ideologico-espressivo dei vari autori.
I testi appartenenti alla Fachliteratur, a prescindere dal loro valore letterario o scientifico, permettono di percorrere proficue linee di ricerca soprattutto in ambito linguistico e socio-culturale: in tal senso la letteratura medico-farmaceutica in occitanico e in catalano costituisce un settore particolarmente fertile. Facendo seguito a precedenti lavori, il presente contributo rappresenta uno studio preparatorio di nuove acquisizioni che vanno ad integrare le fonti manoscritte già oggetto di edizione e che rende noti i volgarizzamenti di parti dell'Antidotarium Nicolai, del Circa Instans, dell'Anatomia di Galeno, delle Regulae Urinarum, dell'Epistola Aristotelis ad Alexandrum de sanitate corporis conservanda, oltre a diversi Ricettari. L'analisi delle scriptae e degli argomenti propri di ciascun codice conduce alla conoscenza di usi linguistici e temi che caratterizzarono i diversi milieux culturali in cui la letteratura medico-farmaceutica si è sviluppata.
Edició i estudi d'un poema català tardomedieval d'autor desconegut. Malgrat la seva transmissió marginal (transcrit al foli de guarda inicial d'un volum que conté la primera part d'una Vita Christi de F. Eiximenis), tant la presència d'altres textos copiats per la mateixa mà als folis finals de l'esmentada obra eiximeniana (que remeten a Pere Joan Llobet, il·lustre mestre lul·lista de l'Escola de Barcelona de mitjan segle XV), com l'anàlisi de les filigranes del paper, permeten aportar dades més precises sobre el lloc i el moment en què l'obra fou (si més no) copiada, i potser també composta. A nivell retòric, es destaca com l'autor introdueix, dins un discurs aparentment centrat en l'admonició tanatològica, motius i recursos propis de la poesia de tall cortès. Finalment, s'apunta i analitza la possibilitat que aquest breu text pogués ser l'inici d'un poema narratiu més llarg avui perdut.
Partendo dal dato che la vida di Aimeric de Peguilhan fu presumibilmente composta nell'area padana si è tentato di identificare il responsabile della sua elaborazione. I sospetti si sono addensati in primo luogo su Uc de Saint Circ, "biografo" e animatore culturale al servizio di Alberico da Romano, compatriota e sodale artistico - tanto nelle corti occitaniche che in quelle italiane - di Aimeric e come lui impegnato a trasferire nel paese ospitante l'esperienza moretica e poetica maturata oltralpe. L'attribuzione di paternità ad Uc ha trovato appoggio e conferma in elementi informativi interni e in materiali linguistici che risultano analoghi a quelli presenti in altri recitativi ascrivibili con buona dose di probabilità al letterato caorsino.
Dopo le edizioni complete curate da Wiese (1904), e con presupposti metodologici bédieriani da Lepage (1994), viene data una nuova edizione di Cuers desiros apaie, condotta secondo criteri translachmanniani, e come primo saggio di una revisione critica integrale dei testi del troviere. Oltre alle ipotesi a tutt'oggi avanzate sull'identità e le origini di Blondel (o Blondiaus) de Nesle, l'introduzione esamina la tradizione manoscritta e la lingua del testo, all'interno della quale emerge una componente piccarda. Il testo è integrato dalla traduzione, da apparati delle varianti completi e da un commento.
In Intertestualità e metaretorica nell'Amadas et Ydoine, romanzo francese composto presumibilmente tra il 1190 e il 1220, vengono analizzati sia alcuni punti-chiave della narrazione - che rivelano una lucida consapevolezza, da parte dell'anonimo autore, relativa all'autonomia e al valore fondante della parola - sia tutta una rete di riferimenti intertestuali attraverso i quali è possibile cogliere il rapporto intrattenuto da tale romanzo con la tradizione precedente. L'inadeguatezza dei modelli letterari tradizionali, scaturiti da una topica idealizzazione della femminilità, viene inoltre additata attraverso la progressiva ricostituzione di un ideale femminile incarnato dalla figura, finalmente "idonea", della protagonista Ydoine che, sola nel corso del romanzo, si rivelerà in grado di intrecciare i fili della narrazione, emblematica padrona del segreto della scrittura.